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Il sistema infrastrutturale basato sulla rete dei tratturi esprime ancora oggi, grandi valori di tipo paesaggistico, biologico, archeologico, storico e culturale:
Paesaggio: Le infrastrutture per la transumanza hanno fortemente condizionato la costruzione del territorio e dei suoi insediamenti umani determinando l'unicità del paesaggio.
Diversità biologica: L'uso delle infrastrutture ha generato un arricchimento del terreno di nitrati sviluppando una tipica vegetazione "nitrofila".
Archeologia: Molte eree archeologiche sono collegate ed attraversate da queste infrastrutture.
Storia: L'infrastruttura come fatto territoriale e sistemico, generatore di forme spaziali materici.
Cultura: Gli spostamenti consentiti da queste infrastrutture hanno generato stratificazioni socio-economiche ancora oggi in uso.

Le permanenze e le invarianti storico-paesaggistiche
Lungo la rete dei tratturi sono presenti diversi ambiti territoriali dove, per diverse ragioni, si concentrano le maggiori valenze di tipo paesaggistico, storico e archeologico legate alla civiltà della transumanza, tali da poter assumere il ruolo di "emergenze" paesaggistiche di riferimento nel sistema connettivo della rete tratturale. Questa rete é caratterizzata da elementi capaci di offrire una immagine poliedrica della storia dei tratturi e del paesaggio attraversato e permette la fruizione e la conoscenza del territorio.
La transumanza attraversando le regioni meridionali dell'Italia ha rappresentato, fino ad epoche moderne, un'attività duratura e diffusa; si pensi che le prime forme di transumanza vengono fatte risalire ad alcuni secoli prima dell'era cristiana, come dimostrano i resti dell'antica città di Saepinum.
I primi di novembre arrivavano nel Tavoliere di Puglia, a conclusione di un viaggio che iniziava i primi di settembre, migliaia di capi di bestiame appartenenti ai "locati" (proprietari di greggi che affittavano terreni per il pascolo) per svernare.
La transumanza venne definitivamente statalizzata nel 1447 con Alfonso I d'Aragona che creò la Regia Dogana della Mena delle pecore con sede prima a Lucera e poi a Foggia, la quale garantiva alla corona i pedaggi pagati dai locati che giungevano ai pascoli pugliesi.
Con i regolamenti emanati si sancirono la libera circolazione del bestiame tra le province abruzzesi e quelle pugliesi della Capitanata e si dava l esclusiva alla fiera di Foggia per la commercializzazione delle produzioni agricole di tutto il Regno.
Il paesaggio dei tratturi era controllato da un Doganiere che effettuava la manutenzione periodica dei percorsi tratturali, mettendo in sicurezza gli argini dei fiumi, riparando ponti, disboscando i tracciati e reprimendo le usurpazioni illegittime.
La Dogana venne soppressa per legge il 21 maggio 1806, passando le competenze ad un nuovo Ufficio del tavoliere delle Puglie, anch'esso soppresso 60 anni fa.
Il sistema integrato "tratturi-pascoli", con tutto quello che ha generato nel paesaggio delle regioni attraversate, seppe rispondere in maniera talmente adeguata alle esigenze che lo avevano motivato, da sopravvivere fino alle riforme postunitarie e alle alienazioni compiute tra le due guerre e nel secondo dopoguerra.
Per analizzare il paesaggio dei tratturi é necessario partire dalla scala locale affrontando, da subito, le caratteristiche dei manufatti.
La sezione del sedime tratturale variava in funzione del livello gerarchico del tracciato ed andava dagli 111 metri per i tratturi agli 37 metri per i tratturelli e ai 18 metri per i bracci. In corrispondenza di passaggi difficili, queste sezioni, potevano ridursi anche di 20 metri.
Ma il paesaggio dei tratturi acquista pieno significato solo se letto nella sua natura di sistema, unitamente all insieme di poste, giacci, riposi e ai tanti luoghi di fiera, mercato e centri abitati sorti in adiacenza ai tracciati ovvero, solo se si riscopre la natura di sistema territoriale.
La complessità del paesaggio tratturale va dunque letta nella totalità degli elementi che la compongo come:
- la via con i relativi spazi adibiti a pascolo;
- segni che rendevano riconoscibile il percorso come termini lapidei e muretti;
- opere di ingegneria destinate a rendere percorribile il tracciato come ponti e guadi;
- manufatti di servizio ai transumanti come fontane e pozzi;
- immobili intenzionalmente edificati in prossimità dei tratturi in quanto vie di transito battute da forestieri come le taverne e le osterie;
- immobili e manufatti della devozione popolare legati alla vita pastorale come le cappelle rurali, santuari, edicole e croci viarie;
- opifici per la trasformazione dei prodotti primari dell allevamento come i caseifici e le laniere.
Oltre a questi elementi, costituiscono il paesaggio anche tutta una serie di riferimenti visivi esterni alla rete ma che rappresentano dei rassicuranti punti di mira, delle vere e proprie quinte scenografiche ormai consolidate e divenute familiari, irrinunciabili tanto per il pastore transumante quanto per l'uomo moderno.
Nonostante che molti di questi riferimenti visivi siano irrimediabilmente compromessi da trasformazioni incompatibili, resta comunque evidente, come si diceva, il carattere multiforme del sedime tratturale, variabile non solo nella sezione ma anche nell'aspetto dello stesso manto a causa di uno sfruttamento ora sporadico o del tutto assente o intensivo.
L'immagine del tratturo pertanto, ci appare a volte in positivo -dove non é stato riusato, soprattutto nelle zone premontane e montane-, altre in negativo -dove riutilizzato in maniera intensiva-.
La riconoscibilità del tracciato tratturale oggi é affidata a diversi fattori che vanno dal pascolo da parte di greggi o mandrie in grado di evitare la crescita di piante ed arbusti a colture differenti da quelle adiacenti; fattori che non vengono quasi mai attuati.
La rete tratturale, snodandosi attraverso il territorio di almeno tre diverse regioni, -con andamenti altimetrici diversi che vanno dai 1168 m slm di Celano, ai 715 m slm de L'Aquila, ai 700 m slm di Campobasso ai 76 m slm di Foggia- tocca ambiti paesistici diversificati rendendo impossibile l'identificazione di un "ambiente tratturale" tipico e ricorrente.
Ma é proprio questa complessità della rete tratturale che la rende, da questo punto di vista, straordinaria, manifestando il loro originario significato di direttrici di collegamento tra ambiti territoriali distanti, articolati in infinite varietà locali di paesaggio ad identica vocazione, come i paesaggi della montagna, quelli della pianura agricola, i boschi e le aree a più marcata antropizzazione.

Elementi paesaggistici, costitutivi del paesaggio tratturale
Come si diceva nei paragrafi precedenti, il tratturo deve essere letto non nella sua "linearità" di "via" ma nella sua totalità di "asse attrezzato", infrastruttura ecologica di collegamento tra zone paesaggistiche diverse.
Nelle pagine precedenti abbiamo cercato di schedare, pur sinteticamente, tutti quegli elementi che costituiscono "lo spazio della transumanza" e che fungono da riferimento visivo nel paesaggio tratturale.
Nelle schede sono state sinteticamente descritte tutte quelle emergenze, storico-archeologiche che costituiscono, omogeneamente, le caratteristiche paesaggistiche di questa rete infrastrutturale ecologica.


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